mercoledì 25 marzo 2015




ROCKSHOCK


Negli Olla c’è qualcosa che incuriosisce già dal nome. Perché dai, Olla suona bene ma è un qualcosa che non ti aspetti per una band.
Devo confessare che sono andato a leggere subito la loro cartella stampa ma non ci ho trovato la soluzione che speravo. Anzi, i membri del gruppo torinese mettono le mani avanti su tutta la linea “Non sappiamo spiegare le canzoni, proprio come succede a chi guarda le cose troppo da vicino”.
E allora non mi rimane che tuffarmi nell’ascolto di questo loro primo album, edito da Libellula/Audioglobe, con un titolo dai rimandi intellettuali, A serious talk, che forse per assonanza mi fa tornare in mente The dangling conversation di Paul Simon.
Niente di più distante. Ovviamente. Quello degli Olla è un sound molto moderno e ricercato. Forse addirittura troppo. Se proprio dovessi trovare un difetto a questo album lo individuerei in un eccesso di produzione inteso come ricercatezza della perfezione quasi maniacale. Ma nel complesso le melodie sono gradevoli, i testi semplici, le atmosfere rilassanti, la voce di Fabio Padovan a tratti lacerata. I sintetizzatori abbondano in un amalgama di musica suonata delicatamente e condita da inserti elettronici che mantiene costantemente la sua grazia.
Dovendolo inquadrare in un genere definito opterei certamente per un indie-rock che strizza entrambe gli occhi al pop. Certo le classificazioni non fanno mai pienamente giustizia, ma in questo caso si riesce a rendere bene l'idea.

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